Social-Art

Recentemente sono stata insieme alla mia famiglia alla galleria degli Uffizi di Firenze. Al posto di fare la banale recensione scolastica sulle opere ho pensato di raccontarvi di quella che è per me una triste realtà.

Mi sembra scontato dire che ci fosse stata una grande folla, eravamo tutti impazienti di vedere le opere, era un continuo via vai lungo il corridoio senza fine del primo piano. Davanti alla Primavera di Botticelli ho notato che molte persone erano più interessate a farsi foto da pubblicare sui social che a godersi l’esperienza all’interno del museo.

Vorrei quindi porvi una domanda, quale sarà il futuro dei musei?

Ci troviamo davanti ad un crocevia: si tratta di un bene o un male? Sicuramente molte persone verranno attratte dalla bellezza dell’arte in sé ma, azzarderei dicendo il doppio, lo sarà perché è un palcoscenico “instagrammabile”.

Onestamente non saprei nemmeno da che lato schierarmi perché l’arte deve e sempre dovrebbe essere aperta a tutti, senza alcuna discriminazione. Ma, questa mania di farsi foto non deve interferire con chi vuole semplicemente spendere del tempo godendosi un’opera.

Per esempio, è capitato che mi dovessi spostare perché dietro si era creata un fila di assillanti fotografi. Mi sorge spontaneo dire: cosa te ne fai di duemila foto di opere che non hai nemmeno guardato? Non a caso hanno inventato i documentari. Sarò vecchio stile immagino…

Per concludere ci terrei a dire che sono contenta che l’arte stia diventando qualcosa “alla moda” o comunque sempre più apprezzata dal grande pubblico. Ritengo però che il protagonista debba sempre essere solo l’opera e non la nostra vanità.

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