I volti di Bushwick

Questa volta vi porto dall’altra parte dell’oceano. A Bushwick, Brooklyn, New York.  Nel 2016, grazie a un nostro amico, abbiamo scoperto questo quartiere che in passato era sede di piccole fabbriche, rimesse e altre attività industriali. Non era esattamente il quartiere più elegante della città. E non lo è ancora adesso. Ma è un museo a cielo aperto. Non s i può perdere.

Oggi Bushwick è completamente risorta, grazie alla street art che ha ridato vita a edifici che stavano per cadere in malora. La prima opera che mi ricordo di aver visto, appena uscita dalla metropolitana, è stata il faccione arancione di Trump. Eccolo qua. Qualche giorno dopo sarebbe diventato il Presidente degli Stati Uniti. Lasciamo stare…

Fra tutti i murales, il mio preferito in assoluto è questo. È molto realistico, la scelta dei colori è rilassante e dà l’illusione di essere su un ponte dal quale si può osservare Manhattan attraverso una grata.

Il graffito più inquietante, invece, raffigura un bambino che guarda in basso, imprigionato in una cella ricavata all’interno di un muro.

Abbiamo incontrato anche Einstein, con un buco sulla tempia, come se un gangster gli avesse sparato. Ma forse lo zio Sam, che vede tutto, conosce il colpevole.

Sarà mica stato lui, perché il vecchio Albert gli ha posteggiato la macchina davanti al box?

Bushwick è anche un posto da nerd. È per questo che ci sto bene anch’io.

Questa sono io

 

 

 

 

4 pensieri riguardo “I volti di Bushwick

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